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Nel condominio di carne
L'esordio narrativo di uno dei nostri maggiori poeti.
Da un autore che nei suoi versi ha saputo interpretare e spesso anticipare la condizione contemporanea, arriva un'opera febbrile ed eterodossa, dominata dal tema del corpo con i suoi flussi, le sue patologie, i suoi enigmatici poteri.
Il libro
In una prosa vibrante e straniata, Magrelli si racconta con sguardo a volte attonito, a volte sarcastico, lanciandosi in un appassionante viaggio nelle cavità e negli orifizi, tra sofisticati congegni medici e misteri ancestrali, là dove l’autobiografia si fa autobiologia, cronaca e clinica, memoria e referto. Condividendo una sensibilità diffusa, da Ballard a Cronenberg, da Barthes ai performers piú estremi, da Bacon a Giacometti, la voce narrante del libro cede la parola al Corpo, all’organismo inteso come alveare, formicaio, brulicante nido di parassiti, in un fittissimo montaggio di avventure, ricordi, reportage e confessioni. Nel condominio di carne stila cosí una sorta di tracciato assolutamente personale, ma allo stesso tempo aperto a tutti i suoi lettori, in base a quel paradosso secondo cui, quanto piú una pagina si fa soggettiva e viscerale, tanto piú essa può diventare oggettiva e vera.
«Il mio passato è una malattia contratta nell’infanzia. Perciò ho deciso di capire come. Questo referto, dunque, non vuole essere un teatro anatomico, piuttosto un susseguirsi di fotogrammi, dove quello che conta è il flusso dell’immagine, il corpo sgusciante che vibra sotto di me, la sua forma mutante tra le forme: vasi sanguigni, conchiglie di molluschi, cellette d’api, snodi autostradali, pelvi di uccelli, cristalli e filettature aerodinamiche. Non c’è trama, ma trauma: un esercizio di patopatia. Non c’è teoria, ma racconto di piccole catastrofi, giocate dentro gli spazi interstellari della carne […] Cavalco una spinta che è carne. Si creano rughe e pieghe. Faccio surf cellulare. Io non elencherò tutti i miei mali, peraltro trascurabili, ma solo quelli in cui si distingue meglio la natura metamorfica dell’organismo. Si vede bene la spuma dell’onda, e, per un attimo almeno, il raggio che batte sul dorso teso dell’acqua sembra coincidere con il suo vettore. Sono tableaux vivants e insieme grafici».